Bruxelles prende tempo

Tregua fino al referendum

Nella lettera inviata al governo di Roma, il vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis e il commissario agli affari monetari Pierre Moscovici hanno scelto toni morbidi. Non vi è nessuna scomunica, nessun ultimatum rivolto all’Italia. Piuttosto, si chiedono cortesi “spiegazioni sulla revisione degli obiettivi e del divario sostanzioso rispetto agli impegni presi nella primavera scorsa”. Magari se poi il ministero dell’Economia precisasse anche “le spese eccezionali” che il governo ritiene di aver sostenuto, sia sul fronte del recente terremoto nel Lazio del Nord, che sul versante dell’emergenza rifugiati, sarebbe meglio. Ma chi si aspettava un “j’accuse” rivolto al governo italiano di non rispettare il Patto di Stabilità, sarà rimasto per lo meno perplesso. La Commissione nicchia. Tra debito pubblico, e deficit strutturale l’Italia è fuori rotta e se ne accorgerebbe anche un cieco. Senza correzioni vigorose, con misure fiscali più ammiccanti che altro, le prospettive di crescita si azzerano. Eppure il premier italiano fa la voce grossa e il ministro dell’Economia si trincera dietro le cifre, annunciando che la manovra non cambia. E’ vero, viviamo un momento molto delicato dell’Unione europea tanto che il Capo dello Stato Mattarella è intervenuto per ricordarne i meriti, ben oltre le semplici regole economiche finanziarie che la sovrastano. E anche se l’Ue possiede più estimatori di quanto si creda, il nuovo premier britannico May avrebbe preferito evitare Brexit, che governarla, ad est c’è chi paragona l’Unione spudoratamente a quella sovietica. Se poi scorriamo l’indirizzario delle lettere inviate da Bruxelles, i Paesi inadempienti sono tanti, non solo l’Italia. Il quadro di insieme è dunque poco incoraggiante. Lo stesso Moscovici si è preoccupato di sottolineare come sia meglio intraprendere un dialogo costruttivo, ricordando che vi sono scadenze per poter dare risposte esaurienti, senza precipitare necessariamente ad uno scontro. Per quello che riguarda specificamente il nostro Paese, la Commissione sembra non voglia mettersi di traverso prima del voto referendario. Dopo di che sapremo il vero giudizio sui nostri conti e quanto secondo Bruxelles il governo italiano abbia rispettato gli impegni presi o li abbia disattesi.

Roma, 27 ottobre 2016